SITI GRANDE GUERRA
Crediamo che ognuno di noi almeno una volta sia entrato in un museo. Sicuramente non tutti ne hanno visitato uno dedicato alla Grande Guerra; chi poi ha visitato un museo all’aperto, ha sicuramente fatto un’esperienza più completa e diversa.
Ma perché visitare un museo all’aperto? Se scaviamo nella nostra memoria di sicuro troveremo immagini, racconti, emozioni desunte dalla lettura di pagine dedicate alla Grande Guerra, alla vita in trincea, al sacrificio dei soldati. L’immaginazione, si sa, aiuta a ricostruire i luoghi della memoria, il “contesto” in cui i fatti si sono svolti. Ma quale modo migliore e totalmente coinvolgente per entrare in contatto con una parte di storia se non quello di “essere” e di vivere l’esperienza di un altro nello stesso luogo?
Ci spieghiamo meglio. Quando qualcuno decide di visitare i luoghi della Grande Guerra, lo fa per diversi motivi: per pura e semplice curiosità, per un interesse specifico, per commemorare e ricordare coloro che hanno perso la propria vita combattendo, per deporre un fiore al Sacrario di Redipuglia o all’Ossario di Oslavia, rituale che si svolgeva abitualmente anche negli anni del Primo dopoguerra. Oggi il museo all’aperto ci offre questa possibilità. Recarsi sui luoghi della Grande Guerra significa “vivere” (erleben) nelle trincee in cui i soldati hanno combattuto, rendersi in parte conto dello sforzo cui venivano sottoposti per spostarsi da un punto all’altro, sopportare i cambiamenti del clima, toccare, annusare, muoversi nella dimora del soldato:esserci, per l’appunto.
Gli itinerari son stati studiati e realizzati dalle diverse associazioni regionali che si occupano del ripristino e della valorizzazione turistica dei siti della Grande Guerra. Si snodano lungo alcuni dei luoghi più significativi, quelli in cui si sono combattute le Dodici Battaglie sull’Isonzo e si prefiggono l’obiettivo di far sentire il turista visitatore partecipe del contesto della vita di trincea e quindi di “poterla vivere”.
SCOPRI I SITI DELLA GRANDE GUERRA
PARCO TEMATICO GRANDE GUERRA MONFALCONE
Il Comune di Monfalcone ha saputo valorizzare nel tempo un altro importante sito legato ai combattimenti sul primo gradone carsico. Le diverse quote alle spalle della Città dei Cantieri furono tra il 1915 ed il 1916 oggetto di varie offensive italiane. Alcune delle prime son
MONTE SAN MICHELE
Margine settentrionale dell’Altopiano di Doberdò – Doberdob, le quattro cime del Monte san Michele erano un importante baluardo, assieme al Podgora e al Sabotino, della Testa di Ponte di Gorizia, il sistema difensivo austro – ungarico che fermò per oltre un anno i tentativi italiani in direzione della così detta “Nizza Austriaca”.
TRINCEA DELLE FRASCHE
Già molti anni orsono ci fu, da parte dell’esercito Italiano, un primo lavoro di didascalizzazione dei siti della Grande guerra riconoscendo quella che venne chiamata “l’area delle battaglie”.
MONTE SEI BUSI
Il monte Sei Busi, la cui quota massima si trova alla destra del Sacrario di Redipuglia, è il margine meridionale dell’altopiano di Doberdò – Doberdob. Oggi come ieri lascia capire l’importanza che ebbe, per i militari austro – ungarici..
DOLINA DEI BERSAGLIERI
Molti i nomi noti per quello che è il centro delle attività sul territorio di Sentieri di Pace; parliamo della Dolina dei 500, nota all’inizio del conflitto come Dolina Zappatori.
CIMITERO AUSTROUNGARICO
Im Leben und im Tode vereint – uniti nella vita e nella morte. Il cimitero militare situato a Fogliano di seguito al cimitero civile raccoglie le salme di 14.550 soldati austro-ungarici caduti sul fronte dell’Isonzo durante la prima guerra mondiale.
COLLE SANT’ELIA
Il Colle Sant'Elia, Quota 48, nome che deriva da una antica Cappella non più esistente, fu il luogo scelto per il Cimitero Militare di Redipuglia “Invitti 3^ Armata”.
SACRARIO DI REDIPUGLIA
Il Sacrario di Redipuglia è il più grande Cimitero Militare Italiano del nostro Paese. Venne realizzato tra il 1936 e il 1938 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni.