DOLINA DEI BERSAGLIERI
Molti i nomi noti per quello che è il centro delle attività sul territorio di Sentieri di Pace; parliamo della Dolina dei 500, nota all’inizio del conflitto come Dolina Zappatori. Il sito, chiamato oggi anche Dolina dei Bersaglieri ha assunto quest’ultimo nome da un fregio riprodotto all’interno dei resti del Posto di Primo Soccorso, unico luogo accessibile fino a che Sentieri di Pace non ha trasformato l’area in un vero e proprio museo all’aperto, usando le tecniche proprie della Archeologia della Grande Guerra. I primi ricercatori – eravamo ancora in tempi lontani dalle ricerche sul web – hanno dato alla dolina il nome di Bersaglieri proprio perché la prima cosa che allora si incontrava era questo grande fregio, che racchiude in se almeno due nomi, indicando la presenza del 15° Bersaglieri in questo sito nonché i lavori condotti dalla loro Compagnia Zappatori per la costruzione del Posto di Primo Soccorso. Una seconda epigrafe caratterizza il luogo, quella con i nomi di sei medici che qui operarono, tre dei quali ancora ben conservati.
Il nome di Dolina dei 500 invece è riportato in calce ad una fotografia scattata in giorni di poco antecedenti la battaglia di Caporetto, testimonianza della persistenza nel tempo del Posto di Primo Soccorso. Nella immagine è visibile, al centro della dolina, un tumulo in pietra carsica posata a secco sul quale campeggia una grande croce, in pietra di cava, con all’incrocio delle braccia un volto di Cristo, recuperato molti anni orsono e conservato oggi nella Cappella del Sacrario, posta tra i sacelli dei 60.000 ignoti sul XXII gradone. Alla fine dei lavori portati avanti da numerosi gruppi di volontari il sito venne aperto come Museo all’Aperto e inaugurato con la partecipazione della fanfara dei Bersaglieri di Trieste.
Oggi, oltre che meta privilegiata del turismo storico della Grande Guerra, la Dolina è sede di reading, spettacoli e rievocazioni storiche condotte all’interno del programma Luci e ombre sul carso della Grande Guerra, sempre con il massimo rispetto per i luoghi e i caduti che riposano qui, vicino a noi.
Alle rievocazioni partecipano reenactors provenienti da molti paesi europei che, indossando le uniformi dei diversi eserciti e portando i corretti equipaggiamenti permettono al turista pellegrino di vedere non solo immagini in bianco e nero ma di conoscere anche i colori della Grande Guerra.
Le rievocazioni, che evitano sempre il “gioco di guerra” intendono far capire quale potesse essere la vita quotidiana dei soldati al fronte, raccontando i problemi legati ai contatti con i propri cari, l’alimentazione, i problemi e l’uso dei vari tipi di equipaggiamenti e il loro evolversi nel tempo. E’ ormai consolidato, per queste esperienze, l’uso di letture di lettere e diari, anche in lingua originale, di soldati che quelle cose conobbero e usarono personalmente e che come nessuno sono stati in grado di descriverle.
La dolina ha conosciuto anche una fase di “cantieri di lavoro” per ragazzi provenienti da diversi paesi europei. L’interesse del sito è notevole dato che la successiva pulizia di due doline attigue ha messo in luce il sistema “Primo Soccorso” nell’immediata retrovia del fronte, che fino all’agosto del 1916 non era più lontano di 500 metri da questo luogo, in direzione di Doberdò – Doberdob.
Il sito raccogli ormai numeri importanti di visitatori, che possono scegliere tra diversi itinerari, uno dei quali ha messo in collegamento il Monte San Michele, margine settentrionale dell’Altopiano di Doberdò – Doberdob con Redipuglia, passando attraverso luoghi storicamente importanti quali la sella di San Martino, la Trincea delle Frasche e sfiorando alcuni noti monumenti: il “Cippo Corridoni” e la piramide dedicata l ricordo dei sardi della “Brigata Sassari”.
Per sviluppare al meglio l’attività relativa agli “Itinerari di Pace sul Carso della Grande Guerra” l’organizzazione si avvale delle operatrici dell’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica , ospitato nei locali della Regia Stazione costruita proprio per facilitare e convogliare le visite degli allora reduci di guerra in questi luoghi.
I locali del Punto IAT di via Terza Armata 37, offrono anche una visita al “Museo Virtuale”, notevole raccolta documentaria di immagini del fronte. A disposizione del pubblico anche molto materiale informativo, prodotto da Promo Turismo FVG e dai vari operatori locali in regione e non solo.